L'arco di Augusto: anche a Rimini il primo imperatore di Roma ha lasciato un’impronta.
L’Arco d’Augusto, che si trova presso l’antica Via Flaminia, si distingue per l’aspetto solenne e al tempo stesso leggiadro, per la sua rude grandiosità e la graziosa ornamentazione.
Venne eretto nel 27 a.C. per onorare l’imperatore Augusto, anche la via Flaminia era stata desiderata ed eseguita su suo ordine, ed è a tutt’oggi il più antico degli archi romani rimasti intatti.
Per secoli molti storici hanno ritenuto che l’Arco d’Augusto fosse un arco trionfale come quelli di Tito e di Costantino che si trovano a Roma., ma i lavori di restauro del 1937-39 hanno portato alla scoperta che l’Arco è in realtà una porta urbana, collegata alle mura della città, e protetta sul davanti da due torri a pianta quadrilatera, di cui ci restano le fondazioni con altre due poligonali risalenti a un epoca più tarda.
Purtroppo, nonostante l’intervento e la cura di insigni archeologi, come Salvatore Aurigemma, l’intero sistema murario che in gran parte risaliva al III secolo a. C., venne del tutto abbattuto, privando così Rimini di una testimonianza antica e unica dell’epoca romana.
Alla sommità dell’Arco si trovava una quadriglia marmorea guidata da Augusto, come è raccontato negli scritti dello storico Cassio Dione, e infatti nella collezione Anguissola di Piacenza è conservata la testa di un cavallo che si suppone fosse parte della quadriglia.
Durante il medioevo, verso il 538, l’Arco, che allora era sopranominato la “Porta Aurea” per l’ epigrafe dedicatoria dai caratteri dorati, fu smantellato nella parte superiore, allo scopo di difendersi dai Goti di Vitige, che stava attaccando la città, mentre nel X secolo venne edificata l’attuale merlatura, poi gravemente danneggiata durante la II guerra mondiale.
La parte meglio conservata è la facciata rivolta in direzione di Roma, in cui possiamo ammirare la finezza dei capitelli, le semicolonne corinzie, mentre sull’attico è incisa una dedica al senato e all’imperatore Augusto.
Nei pennacchi dei capitelli troviamo quattro clipei, con al loro interno i busti della divinità tutelari della colonia, per cui in direzione di Roma vi sono Giove, col simbolo del fulmine e Apollo il protettore della casa augustea,con i simboli della cetra e del corvo e verso Rimini, Nettuno con il tridente e il delfino e Minerva o Dea Roma, col gladio e il trofeo d’armi.