Il faro di Rimini: una luce nelle notti d'estate
Il primo faro di Rimini fu eretto presso l’antico porto dell’Ausa, e vi rimase fino al XI secolo, quando le forti mareggiate costrinsero gli abitanti a deviare la foce del Marecchia a nord e di conseguenza il faro fu posizionato su una torre vicino alla chiesa di S. Nicolò, per poi verso il 1550 trovare una nuova sede nella chiesa di S. Antonio da Padova dove rimase fino agli inizi del Settecento. Il faro, che era in origine una torre fortino usata come vedetta a causa delle continue scorrerie dei Turchi, venne edificato sotto la direzione dell’architetto Luigi Vanvitelli dal 1733 fino al 1754, quando G.F. Buonamici gli diede l’aspetto attuale.
Successivamente verso il 1862 divenne un faro di atterraggio, per poi essere consegnato nel 1911 alla tutela della Regia Marina, che nel 1934 fece sopraelevare la torre di ben 9 metri, nonché a sostituire il gas con la corrente elettrica.
Alla base della torre, che rimane la parte più antica del faro, con muri e arcate che ancora oggi attendono un degno restauro, troviamo la salita che conduce alla lampada nonché ad ammirare il paesaggio da un punto di osservazione unico.
Le prime rampe conducono al primo piano dove è esposta una raccolta di vecchi componenti degli impianti di illuminazione attualmente inutilizzati, mentre si può accedere ad un terrazzo che ci offre una veduta davvero inconsueta del porto con il canale.
Nella sala in cui sono ubicati gli apparati troviamo tutti i dispositivi elettronici, le batterie di emergenza e tutto quanto occorre per il funzionamento di un faro, mentre una scala a chiocciola conduce alla lanterna, costituita da una lampada all’interno di lenti di cristallo del tipo Fresnel, mentre vicino alla lampada principale troviamo una più piccola da 12V, che entra in funzione nel caso in cui la grande non dovesse accendersi.
Tutt’intorno alla lanterna troviamo un piccolo terrazzo da dove possiamo ammirare il mare, che da qui sembra un’immensa distesa blu punteggiata di barche.