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Federico Fellini

Ritratto di Fellini

Federico Fellini nacque a Rimini il 20 gennaio 1920 da una famiglia di estrazione borghese. 

Fin da quando frequentava il Liceo classico Giulio Cesare rivelò il suo notevole talento per il disegno, con una serie di vignette e caricature dei suoi compagni e professori, oltre a una grandissima passione per il cinema.
Nel 1939 si trasferì a Roma per frequentare l'Università, ma in realtà era deciso a dedicarsi alla professione giornalistica, e infatti ben presto iniziò a collaborare con la rivista satirica Marc'Aurelio come disegnatore satirico e vignettista, inoltre iniziò a scrivere copioni e gag per il cinema e la radio.
Durante il 1945 collaborò alle sceneggiature di Roma città aperta e Paisà, oltre a ricoprire il ruolo di assistente sul set.
Il suo debutto come co-regista avvenne nel 1950 con Luci del varietà, con Alberto Lattuada, che trattava il tema del mondo dell'avanspettacolo ormai in decadenza, ambiente che sarà centrale nella poetica del regista. Due anni dopo Fellini girò Lo sceicco bianco, che da vita al suo stile fresco e umoristico, ma che non viene subito apprezzato. Subito dopo il regista lavorò a I vitelloni, imperniato sulla vita oziosa di un gruppo di amici che vivono a Rimini. Alla Mostra del cinema di Venezia il film conquistò il Leone d'argento, oltre a essere campione di incassi in Argentina e incassa bene anche in Francia, Stati Uniti e Inghilterra. Ma il grande successo internazionale arrivò per Fellini grazie a La strada del 1954, sul travagliato rapporto fra Gelsomina e Zampanò, due strampalati artisti di strada nell'Italia del dopoguerra. Fuori dai confini italiani il film ottenne un grande successo, e nel 1957 Fellini vinse il primo premio Oscar come miglior film straniero. Con Le notti di Cabiria, uscito quello stesso anno, Fellini vinse nel 1958 il secondo Oscar.

Fellini e la cinepresa

 Nel 1960 usci La dolce vita, un film che oltre ad abbandonare gli schemi narrativi tradizionali, descrive con ironia la miseria morale nascosta dietro il benessere economico ottenuto dalla società italiana. Per tre anni Fellini lavorò a 8½, sulle difficoltà psicologiche di un regista in cerca di un’idea per il suo nuovo film, che uscirà nel 1963, considerato uno dei capolavori del regista, con il quale vincerà due Oscar. In Giulietta degli spiriti del 1966, sempre con la Masina, Fellini usò per la prima volta il colore, con una funzione espressionistica.

Nel decennio successivo Fellini ricercò le origini della propria poetica esplorando il Circo in Clowns, girato per la televisione, la città eterna in Roma e Rimini in Amarcord, con il quale vinse il quarto Oscar nel 1973.
Gli ultimi capolavori del regista furono E la nave va, Ginger e Fred, Intervista, e La voce della luna, con Paolo Villaggio e Roberto Benigni.
Nel 1993 Fellini ricevette dall'Accademia delle arti e scienze cinematografiche americana l’ultimo Oscar, quello alla carriera.
Il 31 ottobre dello stesso anno il regista spirò al Policlinico Umberto I di Roma, dove era ricoverato per un ictus.
A Fellini è intitolato l'aeroporto internazionale di Rimini, con un logo che riproduce la caricatura del regista, dal cappello nero e la sciarpa rossa, mentre dopo la sua morte, tutte le strade del lungomare riminese sono state intitolate con i nomi dei suoi film e decorate con dei cartelli che ne riproducono le relative locandine e descrizioni.

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